PRESENTAZIONE
Resumo
PRESENTAZIONE
Profili di (auto)regolamentazione delle piattaforme online
La rete telematica mondiale (www, acronimo di world wide web) consente agli individui in grado di utilizzare un computer di entrare in relazione con altri, per via elettronica, attraverso l’accesso ad una quantità infinita di informazioni, notizie, dati, beni, servizi tecnologici forniti e gestiti da Internet service providers. Sono trascorsi otto anni da quando, nella Comunicazione del 2 giugno 2016, la Commissione Europea ha incluso le piattaforme online nell’ambito della c.d. economia collaborativa per l’uso temporaneo di beni o servizi. Da questa concezione si è ormai lontani. Una profonda evoluzione ha riguardato la società dell’informazione e dell’informatica nell’ultimo ventennio.
Fino agli anni 2000 è prevalso in Italia e nell’Unione Europea un approccio regolatorio ispirato al modello neoliberista statunitense e basato esclusivamente su meccanismi di self-regulation di natura privata, che hanno svolto la funzione di colmare il vuoto lasciato dalla legge.
Da tempo l’Unione Europea raccomanda agli Internet service providers di adottare codici deontologici, che hanno alla base una formazione negoziale del diritto, una creazione che proviene dalle forme organizzative della società civile: coinvolgendo le associazioni rappresentative dei diretti interessati (piattaforme online, utenti, imprenditori, professionisti, consumatori), i codici deontologici sono espressione di una volontà condivisa tra le parti e perciò soddisfano in modo flessibile le esigenze di disciplina normativa, fissando regole che incidono con effetti erga omnes sulla sfera giuridica dei consociati. Nell’ultimo ventennio, però, le pratiche scorrette attuate dalle piattaforme online hanno rivelato l’inadeguatezza e, soprattutto, l’insufficienza dell’autodisciplina come unico sistema regolatorio.
Oggi le piattaforme digitali non sono più soltanto luoghi di incontro e condivisione, trasportatori di informazioni, forme di conoscenza e di socializzazione importanti per lo sviluppo della personalità umana, ma sono soprattutto realtà imprenditoriali, che non svolgono una funzione di mera ospitalità di pagine web, bensì un ruolo estremamente attivo nel mercato del netcapitalism.
Dopo l’approvazione del decreto legislativo del 2003 n. 70, di attuazione della direttiva 2000/31/CE sul commercio elettronico, la diffusione di servizi digitali innovativi ha generato l’insorgenza di nuovi rischi. A partire da quel momento, l’idea che il web sia uno “spazio senza regole” è stata nettamente superata, in quanto il legislatore non può disinteressarsi di una dimensione nella quale vengono svolte le attività della vita quotidiana e spesso nuovi servizi digitali vengono prestati in modo abusivo. L’evoluzione, brevemente illustrata, ha reso necessaria l’emanazione di norme di rango primario, di matrice europea, che mirano a prevenire le condotte illecite in modo armonico, all’insegna dell’uniformazione tra le discipline degli Stati membri. La necessità di reagire alle condotte illecite dei colossi della tecnologia a livello globale ha richiesto l’intervento dell’Unione Europea, che si è esplicato attraverso numerosi Regolamenti UE sui servizi digitali, sui mercati digitali e sui servizi di intermediazione online, i quali integrano le discipline preesistenti, nazionali ed europee, specie quelle già dettate a protezione dei dati personali, a tutela dei consumatori e a garanzia della concorrenza. L’iniziativa proposta attraverso il Convegno del 25 gennaio 2024, promossa congiuntamente al Prof. Cristiano Colombo, intende suscitare risposte ai problemi emergenti nell’esame del quadro regolatorio attualmente applicabile ai c.d. sovrani della rete, che risulta frammentario, carente di organicità, composto, oltre che di luci, di numerose ombre.
Alessia Valongo
Università Degli Studi di Perugia (UNIPG), Italia.
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